D al 16 al 18 di febbraio, approfittando del calore e delle vacanze, abbiamo portato 11 ragazze in una casa in mezzo alle montagne di Guayabo, lontano dal rumore della città. Per le ragazze dello slum, dormire sotto la tenda, fare il bagno nel fiume, accarezzare i cavalli, pregare insieme, cucinare su un fuoco di legno, sopportare le zanzare, formare una squadra per vincere alla caccia del tesoro e lavare i piatti… è stata una vera sfida!
E’ stato per loro un vero cambiamento dalla vita del quartiere. Le reazioni di ognuna sono state diverse. Non posso nascondere che questi 3 giorni sono stati difficili per me, a causa di una di loro che si è chiusa a tutto ciò che le veniva proposto. Nel quartiere, combattere è il suo modo di proteggersi, ed è molto difficile per lei allontanarsi da questo modo di vivere. Al contrario, quella che mi ha aiutato per dare tutto ciò che potevo, è Alexa.
Alexa ha otto anni, è un piccolo terremoto di 130cm, con un volto rotondo, un sorriso enorme (quando è felice) e una palla di nervi quando si arrabbia. Per tutto il quartiere, lei è la maleducata. Era la prima volta che partecipava al campo estivo. Mi chiedevo interiormente iniziando questi 3 giorni, che cosa succederà? Alexa arriva al campo e con Joyce, una ragazza di 9 anni, inizia a fare un puzzle in silenzio… in silenzio! È piena di motivazione per i giochi, canta, danza, la vediamo ridere, urlare con tutte le sue forze in modo che io la portassi al di là del fiume. Va a dormire senza provocare un scandalo, si sveglia rapidamente, rende il servizio.
E’ certo che i suoi momenti di nervosismo che ben conosciamo non scompaiono. Ma sono toccata dalla sua serenità. L’ultima sera, viene da me: "Hermanita, sono stanca", e senza dire altro si rannicchia tra le mie braccia e si addormenta in un minuto, con fiducia e tranquillità. Fuori dal quartiere, Alexa rivela qualcos'altro di sé stessa. Sono così felice che questi tre giorni lo permettano, come un clic. Scopro quanto questa bambina ha un carattere intero, nelle sue collere come nei suoi migliori momenti. Lei dà tutto. Solo dopo quattordici mesi di volontariato posso dire in tutta verità: voglio bene ad Alexa. Sì! Ci vuole tempo!