Manila – Una visita inaspettata al Market 3 di Navotas

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Il Market 3, quartiere periferico di Manila noto per la sua pericolosità, è stato il centro di un incontro storico tra il vescovo di Caloocan, Pablo Virgilio David, e la comunità del posto. Il vescovo (più volte minacciato di morte dall’amministrazione Duterte per la sua attività contro i rastrellamenti della polizia che colpiscono, indifferentemente, adulti e ragazzi), ha potuto conoscere da vicino la storia dei bambini di cui si prende cura il progetto sostenuto dalla Fondazione, a Navotas.

 

Il 13 Gennaio, in una cappella improvvisata, il vescovo Pablo Virgilio David di Caloocan ha celebrato una messa su richiesta di un gruppo di bambini di una povera comunità nella città di Navatos, alla periferia di Manila.

Poco tempo dopo il Capodanno, è arrivata alla residenza del vescovo, nel Nord di Manila, una lettera contenente il messaggio di un gruppo di giovani:
“Chiediamo il permesso affinché tu possa celebrare la messa al “Market 3”, perché è lì che noi viviamo. Crediamo che se benedirai la nostra comunità, la pace che cerchiamo sarà garantita da Dio”.
I bambini si mostravano certi che con la sua presenza la vita di molte persone sarebbe cambiata, specialmente quella dei dipendenti da droghe illegali. Tangibile era la speranza di pregare affinché non ci fossero altre vite stroncate dalla droga o omicidi annessi, poiché già tanti innocenti avevano pagato.

 
 

Market 3, Navotas

A Nord di Manila, nella città costiera di Navotas, vi è il Market 3: una baraccopoli dove vivono più di 5000 persone, tra “case” pericolanti di lamiere e legno. Si propagano piccoli e grandi crimini legati alle droghe illegali (come la metanfetamina), soprattutto nella comunità di pescatori che le credono l'unica soluzione alla fame e alle notti insonni.
Il presidente Rodrigo Duterte, salito al governo nel 2016, promise la liberazione del paese dai crimini legati ai narcotici; così l'area del Market 3 è divenuto il simbolo di questa politica. Si sono avviate operazioni di polizia spesso finite in tragedia. Oltre i blitz delle forze dell'ordine, accade spesso che uomini mascherati trascinino nei vicoli tossicodipendenti e trafficanti, rinvenuti morti la mattina seguente. Recente è stato l'incendio dell'intera baraccopoli che le autorità hanno attribuito a una fiammata, in un covo di droga. La collettività, in pochi giorni, ha ricostruito quel che ha potuto ma non sono cessate le uccisioni o i sequestri.

 

La storia di un Vescovo

Una settimana dopo aver ricevuto la lettera, il vescovo David ha deciso di accettare “l'invito” dei bambini e si è recato in visita al loro quartiere. Era “un invito che non poteva essere rifiutato”: lo stesso vescovo ha ammesso di aver sentito il forte desiderio dei bambini riguardo la pace e la fine della violenza.
Un pomeriggio di metà Gennaio, i bambini hanno potuto finalmente accogliere il vescovo. Gli hanno mostrato la cappella improvvisata tra le baracche, allestita per la messa. Il momento più toccante dell'omelia è stato il racconto della storia di un'aquila, cresciuta pensando di essere un pollo perché così educata. Alla fine, l'aquila si accorge di essere tale solo dopo aver visto volare un'altra aquila e si alza in volo. Il vescovo ha chiesto ai bambini quale credevano che fosse la morale della sua storia e, tra gli sguardi attenti, ha risposto:” Siamo come l’aquila che è caduta dal nido. Cristo è l’aquila in volo che è atterrata ed è rimasta a mostrarci come volare e librarsi nei cieli”. Il vescovo David ha, infine, affettuosamente ricordato di non rispondere alla violenza con altra violenza nel fronteggiare le avversità.

La crudeltà e la persecuzione trasformano i responsabili in animali: “È facile essere umani, ma è difficile comportarsi come tali”, ha affermato il vescovo. Alcuni giorni dopo la sua visita, agenti armati delle agenzie di controllo delle droghe filippine sono piombati nel Market 3, arrestando 16 sospetti tossicodipendenti e commercianti tra cui 12 minori. I clan usavano i bambini come “fattorini” per trasportare le consegne dai venditori ai clienti. “I bambini non devono mai essere trattati come criminali, nemmeno quando vengono scoperti a fare commissioni per spacciatori e fornitori”, ha detto il Monsignore sui suoi social, venendo a sapere degli arresti. “Dovrebbero piuttosto essere trattati come vittime che devono essere salvate dagli adulti che li usano per le loro attività criminali”.
Durante una conferenza stampa di gennaio, funzionari governativi hanno affermato che 927 bambini, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, sono stati salvati nelle operazioni di droga l’anno scorso. Non erano inclusi nel rapporto i 54 bambini segnalati, uccisi durante le operazioni dal 2016 sulla base dei dati raccolti nel non governativo Legal Rights and Development Center (Centro Per i Diritti e lo Sviluppo dei Minori). Inoltre non sono stati elencati i 32.395 bambini che hanno perso i loro genitori nella guerra alla droga, così come riporta uno studio dell’ Ateneo School of Government.

Visita la pagina dedicata al progetto a Manila

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